"Su Sinner c'è una strana situazione": Del Potro sgancia la bomba dopo la squalifica
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Mentre Jannik Sinner si gode alcuni giorni di relax nella sua Sesto Pusteria, tra una giornata di sci e l’altra e tutta una sequela di selfie, videochiamate e autografi con i fan che lo incontrano sulle piste, il mondo del tennis continua ad essere spaccato in due, dopo la decisione della Wada di concedere il patteggiamento al campione azzurro, sospendendolo solo per tre mesi per il caso Clostebol a Indian Wells dell’anno scorso. La punizione è cominciata il 9 Febbraio e si concluderà il prossimo 4 Maggio, a pochi giorni dall’inizio degli Internazionali BNL d’Italia, torneo in programma dal 7 al 18 maggio sui campi del Foro Italico di Roma e che Sinner ha tutta l’intenzione di vincere.
C’è chi pensa che questo accordo sia un bene per il tennis, chi invece storce il naso, pensando che l’Agenzia mondiale antidoping, inizialmente, aveva chiesto una pena da uno a due anni. Anche il fresco vincitore dell’ATP 500 di Doha, Andrey Rublev, si schiera tra gli scettici: "Non è un problema del caso specifico di Jannik, ma del sistema incaricato di rilevare e gestire i risultati positivi. È impossibile commettere un piccolo errore o una svista. Abbiamo visto persone sanzionate per aver saltato i test, nemmeno per essere risultate positive, e sono state sanzionate con due anni di inattività senza alcun processo. D'altra parte, vedi come con Sinner tutto è stato fatto rapidamente, gli hanno permesso di competere mentre tutto si stava risolvendo". Non meno dubbioso sul ruolo della Wada anche l’ex-numero 3 al mondo, l’argentino Juan Martin Del Potro: "Trovo la situazione strana. Solleva molti dubbi il fatto che sia risultato positivo a Indian Wells e che sia stato rivelato poco prima degli Us Open".
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In suo favore, invece, si è schierato Toni Nadal, zio ed ex-allenatore del grande Rafa: "Non si può trattare così una persona per un errore casuale. Sono contro la sanzione e l'ho ribadito molte volte. Conosco Sinner personalmente, non lo avrebbe mai fatto volontariamente. Bisogna punire coloro i quali fanno intenzionalmente queste cose, con il fine di trarne beneficio, e non è il caso di Sinner. È vero che anche ad altri che non erano numero uno al mondo sono state applicate delle sanzioni, ma può darsi che quanto fatto in precedenza fosse sbagliato. La cosa che mi sorprende è che molti giocatori si siano schierati contro di lui".
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